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Saper di verde

Marinella Mandelli

mandelli.marinella@tiscali.it

tel. 02/64.80.459

cell. 339/54.69.004

 

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COMPETENZE:

gestione integrata di servizi di ristrutturazione di ambiti privati con particolare riguardo alla qualità dell’abitare ed all’utilizzo di materiale vegetale, collaborazione nella formulazione di progetti per il verde pubblico, applicazione di metodologie scientifiche allo studio del paesaggio

 

PROGETTI REALIZZATI:

Progetto per aiuola pubblica in via Pastorelli e per ristrutturazione del verde in L.go Bersaglieri a Milano, sistemazione e manutenzione della Serra del Comune di Milano in via Zubiani, partecipazione al concorso di idee per la progettazione dell’attraversamento pedonale in v. Lamarmora a Biella, proposta di progetto per orto-frutteto per il Giardino degli Aromi a Milano, terrazze e verde condominiale in edifici privati a Milano, complesso di orto-giardino di circa 1000 mq sul Lago Maggiore. Collaborazione con A.Di.P.A. e VerDiSegni.

 

FORMAZIONE:

Laurea in Scienze biologiche e perfezionamento in Farmacologia, corso di “Tecnico del verd” press Arte&Messaggio di Milano, corso di “Formazione esperto in materia di tutela ambientale” e corso per “Progettazione serre bioclimatiche” presso Ordine Ingegneri di Milano, stage presso Settore parchi e giardini del Comune di Milano.

LA MANIA DEI FESTIVALS ED IL CASO DI CHAUMONT SUR-LOIRE IN FRANCIA

Ormai non c’è sagra o festa popolare locale che non inserisca tra gli espositori un settore dedicato alle piante o tenti di proporre soluzioni per l’allestimento ed il decoro dei giardini soprattutto privati. Ciò è sicuramente positivo , forse un po’ nella logica del va sempre bene pur che se ne parli, però è anche importante che talvolta si guardi anche alla qualità del messaggio.

 

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NOTIZIE CURIOSE DAL MONDO DEL VERDE

Guerrilla gardening people : un esempio esportabile anche in Italia?

 

Appena letto di questo gruppo su un numero di Gardenia di qualche mese fa lì per lì mi venne da pensare ad uno scherzo. Ma come? Alcune persone, per di più giovani, se ne vanno di notte per Londra o per New York a cercare luoghi dimessi e degradati per….. piantare delle piante? Non potevo crederci ed infatti per prima cosa ho cercato in internet il sito www.guerrillagardening.org/ ed ho verificato. Il gruppo non solo esiste e non solo è ben radicato nei paesi di lingua anglosassone, ma utilizza questo sito per documentare le proprie attività letteralmente definite di “illecita coltivazione”. Lo scopo è di acquistare sempre più visibilità e quindi adepti ed arrivare a sensibilizzare quante più persone al problema del degrado del verde urbano. E’ noto, e noi italiani purtroppo ne siamo una conferma, che quanto più una cosa non è sentita propria tanto più non se ne ha cura ed all’opposto quanto più si partecipa alla creazione di una struttura, di un luogo, di uno spazio verde, che risponde alla proprie esigenze di bello o di utile, tanto più si è attenti alla sua conservazione.

 

Da questa considerazione al voler recuperare punti della città abbandonati al degrado, zone verdi trascurate o anche più poeticamente segnare con un fiore un luogo divenuto particolarmente caro o sede di un evento (e non solo di una disgrazia!) il passo è stato breve.

Sembra che il termine “Guerrilla gardening” sia stato coniato più di trent’anni fa a New York ed è uso che ciascun adepto si identifichi perlopiù con il nome di battesimo e con un numero progressivo di adesione. Scelto il luogo di intervento, che ad esempio può essere vicino al posto di lavoro o casualmente incontrato in un giro in città , viene notificata sul sito la volontà di operare un blitz e chiesta la collaborazione volontaria di altri. L’intervento è rapido e deciso , si arriva con pale e vanghe, si dissoda, si migliora il terreno, si piantuma con le specie che ci si porta da casa che sostituiscono od integrano quanto presente. Spesso l’azione vede la tacita e a volte attiva collaborazione di gente del posto o di altri giovani passanti, che in alcuni casi è riportato abbiano contribuito anche economicamente.

Si controlla che nel tempo sia conservata una certa manutenzione che spesso è assolta dalla gente del posto che si sente gratificata dal cambiamento.

In Italia questo è possibile? Sto parlando di piantare volontariamente ed a proprie spese dei fiori o dei piccoli arbusti in luoghi pubblici e non di farli sparire dalle aiuole comunali, sto parlando di spendere un po’ del proprio tempo per innaffiare un vaso interrato vicino alla fermata dell’autobus e non di spegnere mozziconi di sigarette o sversare di tutto sull’erba delle piazzuole. La risposta è ovviamente no? Ebbene gli italiani non finiranno mai di stupire ed anche se in sordina e molto lentamente stanno sorgendo anche da noi i primi gruppi di guerriglieri del verde (ad esempio a Canzo e Cantù, che ci sia forse un legame con la passione per il basket?). Certo sarebbe più semplice puntare sull’educazione scolastica con lezioni sul verde per far sviluppare uno spirito civico ed un amore per la natura, ma conoscendo l’animo umano chissà se proprio questo senso del proibito riuscirà a scuotere le persone e a far nascere la consapevolezza della condivisione.

 

UN PICCOLO TRIBUTO A PORCINAI :
VISITA ALLA REALIZZAZIONE DEL MEMORIALE MATTEI A BASCAPÈ (PAVIA)

 

Nel 1963 Pietro Porcinai venne incaricato di realizzare un monumento commemorativo nel luogo dove cadde l’aereo con a bordo Enrico Mattei, allora presidente dell’ENI, trovandovi la morte insieme al pilota e ad un giornalista americano.La zona nella bassa pavese venne al momento della sciagura comperata dall’Eni per poter condurre le indagini e nacque poi l’idea di riservare questo spazio a memoria di Mattei. Ancora adesso ogni anno nell’anniversario della sua morte una delegazione sempre più sparuta di operai e dirigenti che collaborarono con la personalità vengono a porre una corona.

Si tratta di una sistemazione semplice ed essenziale: il terreno è stato riquadrato e delimitato da una siepe, una roggia ora asciutta lo circonda insieme ad un filare di taxus baccata per cui si consiglia vivamente la visita nel tardo autunno. Al centro un ampio quadrato leggermente rialzato e segnato da grandi massi in pietra indica il luogo preciso dell’impatto, tre querce sono state piantate a ricordo dei morti, insieme ad una lapide e ad una croce fatta con materiale usato per le condutture del metano. La soluzione paesaggistica è semplice, ma rigorosa e secondo B. Zevi è un memoriale solenne proprio in quanto rifugge da ogni retorica e dal riconfigurare l’ambiente naturale con un intervento umanizzatore.

 

Note

Per eventuali visite contattare la sede attuale dell’Eni a Metanopoli in quanto occorre un accompagnatore per accedere alla struttura.

 

Referenze bibliografiche

B.Zevi ,1964 “Memorial in Italia: un prato per Enrico Mattei” L’Espresso,29 marzo 1964

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